Aubay – LA STABILITÀ VIENE DAL LAVORO. La storia di Asem

30 giugno 2023

Lo scorso anno Aubay Italia ha ricevuto dall’UNHCR il logo Welcome – Working for Refugee Integration 2020-21 per aver favorito l’inserimento lavorativo di Asem e sostenuto il suo processo d’integrazione in Italia. Per noi è stata la prima esperienza di questo tipo e siamo stati molto felici per il conferimento di questo logo, che certifica il nostro contributo ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre e persecuzioni.

Inoltre per Aubay contribuire al progetto dell’UNHCR è stato un modo per dare concretezza ai propri valori civili, un modo per combattere la xenofobia e il razzismo nei confronti di chi è stato costretto ad abbandonare il proprio paese valorizzando il potenziale di competenze e professionalità che i rifugiati portano con sé.

Questi stessi valori e motivazioni ci hanno portato a condividere con entusiasmo la nostra esperienza, un entusiasmo condiviso anche da Asem che ha accettato volentieri di raccontare la propria storia.

Nel 2011, nel più ampio contesto della Primavera araba, Asem ha preso parte alla rivoluzione siriana, è stato arrestato ed ha trascorso un anno e mezzo in prigione. Una volta uscito di prigione è riuscito a scappare dalla Siria in Libano a piedi.  “Non avevo niente, solo i vestiti che avevo addosso. Senza documenti ed essendo entrato in modo illegale, in Libano non potevo lavorare, non potevo studiare, non potevo avere una vita normale”. Dopo alcuni anni vissuti in modo precario e senza alcuna possibilità di stabilità, grazie ad un amico, Asem è entrato in contatto con il programma Corridoi Umanitari e ciò gli ha consentito di ottenere un visto turistico per l’Italia di 15 giorni, “Per me è stato un miracolo!

Una volta in Italia, sempre tramite programmi internazionali finalizzati a supportare e proteggere le persone richiedenti asilo e i rifugiati, Asem è andato a Pinerolo dove per un anno ha studiato imparando l’italiano e prendendo la licenza di terza media “avevo già quella siriana, ma mi serviva quella italiana per trovare un lavoro e imparare la lingua che sono la chiave di tutto, indispensabili per potersi integrare”.

Da Pinerolo è andato a Torino dove all’università ha studiato per un anno Comunicazione interculturale. Per quanto riguarda gli aspetti relazionali e affettivi, questo periodo è stato per Asem fondamentale: “ho conosciuto molte persone e trovato degli amici. Quello che ho vissuto non è stato facile, ho sempre cercato di dimenticarlo, ma anche dimenticare non era facile… Creare queste nuove relazioni, uscire e trovare persone con altri modi di pensare, altre culture è stato interessante, mi hanno aiutato a staccarmi dal passato e a vivere il presente. Mi hanno coinvolto in quello che stavo facendo qui”.

In questo stesso periodo un responsabile del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia (SPRAR) ha notato la sua passione per il computer e lo ha messo in contatto con Powercoders, un’associazione senza scopo di lucro la cui mission è quella di restituire alle persone la loro indipendenza, ridurre i costi del benessere sociale e affrontare la carenza di talenti nel settore IT. Con Loro Asem ha svolto un corso intensivo sui principali linguaggi di programmazione web al quale Aubay ha contribuito attivamente mettendo a disposizione le competenze e l’esperienza di alcune figure senior con solida esperienza ICT. Grazie a questo progetto, i nostri colleghi hanno condiviso la propria esperienza ricoprendo il ruolo di docenti in alcune giornate d’aula.

Nella primavera del 2020, ultimato il periodo formativo, abbiamo avuto modo di conoscere maggiormente Asem tramite meeting virtuali finalizzati all’inserimento in azienda e di offrirgli la possibilità di un tirocinio formativo che in seguito si è trasformato in un contratto di apprendistato. “Il primo progetto cui ho partecipato con colleghi di Torino, ha riguardato un sito di e-commerce sviluppato in .net. Successivamente ho cominciato a lavorare in un altro team con colleghi di Roma su progetti in ambito finance. Ho iniziato durante la pandemia, lavorando a distanza. All’inizio non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta, ho avuto un tutor che mi ha seguito e siamo riusciti a collaborare comunque.

Per noi come professionisti e come azienda è una grande soddisfazione vedere crescere professionalmente Asem e soprattutto avere avuto la possibilità di offrirgli una stabilità lavorativa. “Dal momento in cui sono arrivato qua in Italia ho sempre cercato di avere una vita stabile e quella stabilità viene con il lavoro. Per noi rifugiati il lavoro è la cosa più importante, perché tutto dipende da questo, per esempio senza lavoro non puoi affittare una casa o aprire un conto in banca … questo contratto di lavoro mi ha aiutato molto!

Ora vivo a Torino, mi trovo bene e mi sono ambientato anche grazie al fatto che dal Libano è riuscita ad arrivare in Italia anche mia sorella, non ci vedevamo da 10 anni. In Siria ci sono mia madre e altre due sorelle, mentre mio padre è morto mentre ero qui. Il nostro sogno è di poter rivedere riunita la famiglia”.

Abbiamo chiesto ad Asem come si vede nel suo futuro e la sua risposta merita di essere riportata: “Mi piacerebbe essere considerato un valore aggiunto in modo da poter restituire l’ospitalità e l’aiuto che ho ricevuto in Italia!”.

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