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Sicurezza o Privacy?

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01/04/2020

ROBERTO CAPONE

Director Business Unit Telco

All’inizio non ci siamo accorti di quanto fosse seria la questione. La prima settimana pensavamo fosse cosa di pochi giorni, che si stesse addirittura rischiando l’eccesso di zelo con remotizzazioni e limitazioni. I numeri in poco tempo ci hanno fatto capire la realtà: Contagiati, Ospedalizzati, di cui in Terapia Intensiva, Deceduti, tanti purtroppo, con curve di crescita esponenziali. L’Italia subito dopo la Cina, il resto d’Europa e l’America a ruota. Tutti abbiamo poi compreso la criticità, di quanto fosse necessario l’isolamento domiciliare, di quanto lo #StaiACasa o lo #StayAtHome non fosse solo uno slogan.

Dopo un mese di gestione dell’emergenza, con i numeri che cominciano a subire l’effetto positivo delle restrizioni con cui ci siamo a modo nostro regolamentati, si comincia a pensare a cosa fare dopo, a come convivere con questo virus: si cerca di capire come riattivare ciò che è stato sospeso, come ritornare a scuola, a lavoro, a far la spesa, anche a viaggiare.

Molti hanno ipotizzato degli scenari, si pensa alla riapertura delle attività ricettive dove viene limitata l’affluenza, delimitando le zone dove ogni avventore deve sostare, si pensa alla riduzione delle poltrone nei cinema e nei teatri, oppure alla drastica riduzione della capienza accettabile nei mezzi pubblici, insomma gli spazi interpersonali devono essere gestiti in sicurezza. Per molto tempo nulla potrà essere come prima, probabilmente niente sarà più come prima, ci adatteremo ad una nuova normalità.
In quasi tutte le ipotesi fatte, la componente tecnologica diventa essenziale, con strumenti di autodiagnosi immediata, mascherine HiTech che oltre a proteggere mostrano i parametri vitali, si pensa al tracciamento dei cellulari per localizzare e gestire il potenziale contagio, applicazioni che ci georeferenziano rispetto alle persone che si trovano nello stesso posto e ci indicano potenziali soggetti a rischio, oltre che a supportarci nel verificare la sicurezza dei nostri prossimi spostamenti.

E’ probabile che per affrontare questo prossimo futuro dovremo rinunciare a qualcosa, la dicotomia che ha spopolato negli ultimi anni, soprattutto dall’entrata in vigore del GDPR, Sicurezza e Privacy, si sta trasformando per ora in Sicurezza o Privacy. Il Covid, tra le altre cose, ci sta mettendo faccia a faccia col fatto che la nostra Privacy è sicuramente un bene primario, che va tutelato e regolamentato, ma che deve essere messo in secondo piano rispetto alla Sicurezza, personale e collettiva.

Sono da sempre un appassionato di serie TV, oddio non ne faccio un abuso, ma le preferisco per le modalità di fruizione sulle piattaforme di streaming. Ecco, leggendo quanto si sta prevedendo in termini di tracciamento delle persone mi è tornata in mente una serie abbastanza recente, “Person Of Interest”, dove i protagonisti erano un gruppo di giustizieri guidati da un software di Intelligenza Artificiale che monitorava e prediceva reati comuni ma anche cospirazioni terroristiche. Come spesso accade la realtà supera la fantasia, e nel fatto di specie, la tecnologia è quanto mai pronta ad assolvere quanto la realtà ci sta chiedendo di affrontare.

La massima “La mia libertà finisce dove comincia la vostra” di M. L. King, descrive la sottile linea di demarcazione che potrebbe delimitare la Sicurezza e la Privacy nel prossimo futuro; gli strumenti di Localizzazione Geografica con applicazioni di AI, supportati dalla rete dati di prossima generazione, la trasformazione delle applicazioni di Cyber Security, potranno essere la chiave a cui affidarci per garantire la nostra Sicurezza che dovrà essere affiancata da una evoluzione delle regolamentazioni sulla Privacy per poter essere attuata.

Smart-working… Ottima possibilità per conciliare lavoro e famiglia.

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31/03/2020

SABRINA ANCONELLI

Professional Analyst Consultant

Ciao a tutti!

Sono Sabrina, ho 51 anni, lavoro a tempo pieno nella sede di Torino e sono sposata con Marco e mamma di Giorgia, una quasi adolescente di 11 anni… vi scrivo alla mia sesta settimana di smart-working ai tempi del coronavirus.

In passato avevo già fatto questo tipo di esperienza, ma in altre condizioni. Avevo la bambina piccola e quando si ammalava riuscivo a lavorare da casa in quanto la società in cui ero impiegata allora lo permetteva in casi gravi.
Ora anche mio marito è in smart-working e mia figlia sta facendo “smartschooling”, così abbiamo organizzato gli spazi in modo da non disturbarci… ciascuno in una stanza diversa con il suo pc!

Malgrado il momento difficile, il lavoro del nostro gruppo procede e ciò avviene con grande affiatamento tra di noi (nonostante siamo tutti delle new entry in Aubay), questo a dimostrazione del fatto che siamo un bel gruppo unito con un’ottima capacità di collaborare anche a distanza! Inoltre l’azienda, in pochissimo tempo, ha potenziato l’infrastruttura in modo da consentirci di avere un’efficienza ed una resa lavorativa pari a quella del normale lavoro in sede.

Oltre all’impegno lavorativo, sto riuscendo a gestire bene anche la famiglia, soprattutto il tempo di mia figlia con le sue lezioni on line e i compiti da svolgere. Qualche giorno fa è stato il mio compleanno e per fortuna Marco e Giorgia sono riusciti a rendere questo giorno sereno e gioioso nonostante il momento eccezionale. Condivido con voi la foto che mostra perché anche il giorno del mio compleanno ho lavorato in allegria!
Nel complesso valuto la possibilità di smart-working positivamente; non sarebbe male istituire o dare la possibilità alle persone, di avere un giorno alla settimana di lavoro da casa anche in condizioni normali o nel caso ci fossero necessità personali da soddisfare.
Ora però… Spero di tornare in ufficio presto! Mi mancano la mia quotidianità e il rapporto con i colleghi.

Buongiorno a Tutti

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26/03/2020

MARTA SAVINO

Vice President Human Resources Director

Buongiorno a tutti, spero che questa mia trovi tutti voi e i vostri cari al meglio.

A Milano stiamo incominciando la quinta settimana di emergenza, con ufficio chiuso e scuole chiuse.
Non mi vergogno a confessarlo, con grande dose di ottimismo, lunedì 24 febbraio, ho aperto gli occhi pensando che sarebbe stata una settimana diversa e che si faceva bene ad usare un “eccesso di cautela”.
Guardando indietro forse, più che di ottimismo, si è trattato di fatica o di paura di guardare verso quale evidenza catastrofica stavamo andando.

Nota di colore, la chiusura della scuola l’ho presa un po’ come una mini vacanza, sveglie meno antelucane, meno stress di cose da organizzare, nessuna nota da firmare, nessuna lezione da provare la sera. Insomma tutto tempo recuperato.
Nel corso dei giorni le cose sono precipitate, credo di non avere voglia di raccontarle e soprattutto nessuno ha voglia di sentirle di nuovo.
Eccoci qua, io e mia figlia Angelica di 8 anni recluse in casa, come tutti, per la quasi totalità del tempo.
Pian piano le giornate hanno preso una forma e ti accorgi che siamo tutti molto più flessibili e adattabili di quanto non avessimo pensato.
Le giornate non sono diverse da prima, solo che tutto è diventato virtuale.
Ad aggiungere complessità le impalcature nel mio palazzo e quindi anche la luce è diventata virtuale!!!

Cerco almeno di passare metà giornata in una stanza e metà in un’altra per rendere le cose un po’ diverse.
Mia figlia guarda la televisione fino ad orari improbabili ma alla fine, in deroga alle già pochissime regole della nostra mini famiglia, ho pensato di lasciare fare. Lascio fare almeno la mattina non si fa vedere fino alle h11 e ho tre ore buone, senza dover cercare di zittire nessuno, con il piede sotto al tavolo, mentre cerco di sentire cosa dicono in webex.
Ho imparato a vestire avatar con la mia faccia per darle retta, con la speranza che non mi richieda per l’ennesima volta, magari mentre sono al telefono, “quale è più bello?”.
Sto tollerando di vederla vestita ogni giorno con vestiti sempre più improponibili e trash che mi estorce su qualche sito altrettanto tamarro, sempre mentre sono al telefono, il tutto pur di non farmi chiedere “Dimmi perché non me lo prendi?”. Ci sono momenti in cui proprio non sarebbe possibile farle un discorso sul buon gusto e sulla non opportunità di comprare proprio tutto. Ancora una volta in deroga ad ogni principio.
Ho imparato a condividere il computer con bambole aspiranti dattilografe… e meno male che ogni tanto, a regalarmi dei minuti preziosi, ci sono bambole che necessitano di lettura di qualche storia! Altre volte le bambole, almeno loro, richiedono di uscire e, fra preparazione e finte gite, guadagno almeno mezz’ora di pace!

Certo non ero preparata ad interrompere il flusso del lavoro per preparare pranzo e cena ma, ripeto, alla fine l’essere umano si adatta a tutto e, dopo i primi giorni di straniamento, adesso riesco a fare varie cose insieme senza perdere nemmeno troppo la pazienza!
Non nascondo che ci si sente un po’ soli, telefonate che rappresentavano un on top a tutto, in questo momento sono, non dico desiderabili, ma quasi.
Adesso poi sono iniziate anche delle mini lezioni di scuola al pomeriggio e, a parte il lavoro nel lavoro di evitare che Angelica lasci la postazione e torni a vedere la televisione, devo dire che mi sto divertendo a sentire cosa si raccontano i bambini fra di loro all’intervallo (fanno anche un mini intervallo virtuale) e l’appello mi mette sempre un brivido di ansia.
Piovono mail su come gestire il tempo in più, i corsi on line da fare con i figli, i corsi di auto miglioramento…francamente al momento, considerando tutto, ho anche meno tempo di prima e MENO MALE!! Non parliamo del fine settimana con i nuovi decreti che si susseguono e su cui ogni volta occorre capire cosa potrebbe cambiare per il nostro lavoro…
Non ho voglia di riflettere sulla mancanza di libertà che per me è sempre stata qualcosa di scontato come l’aria.
Non vi nascondo che non mi viene voglia di dire che un giorno guarderemo a questa vicenda come un grande insegnamento e un modo per vivere con più intensità le gioie del quotidiano.
Non doveva succedere e basta. La vita offre già ad ogni vicenda umana il suo carico di gioie e dolori, fatiche e ricompense; per tutti poteva essere sufficiente così.
Ma va bene, siamo qui e qui dobbiamo muoverci, agire, combattere, pensare e continuare a vivere in una dimensione diversa, sperando che sia una parentesi non troppo lunga.
All’inizio mi soffermavo solo su quello che stavo perdendo; pian piano capisco che anche queste giornate hanno preso la loro forma e hanno le loro gioie, sono giornate di vita per chi ha la fortuna di stare bene e forse sono un’occasione per correre un po’ meno contro il tempo e contro la corrente.
Con tutto, non vi nascondo, ho voglia di tornare alla mia vita esattamente per come era!

Gli ultimi pensieri, ma i più importanti.
Il primo pensiero a tutti i colleghi (pochi) e a tutte quelle persone che ancora devono andare sui posti di lavoro; siamo fortunati e dobbiamo saperlo, a poter continuare a lavorare da casa.
Il secondo pensiero a tutti coloro che non hanno un lavoro “remotizzabile” e in questo momento sono stati costretti in modo forzato a stare fermi, con tutte le preoccupazioni economiche che sicuramente animano le loro giornate e inquietano le loro notti; ancora una volta penso a quanto sono fortunata.
Un pensiero particolare, l’ultimo ma il più importante, a tutti quelli che hanno perso qualcuno o vivono nell’angoscia di parenti malati che non possono nemmeno vedere.
Teniamoci strette queste cose quando ci sembra tutto molto pesante.

L’evoluzione del settore Insurance all’epoca del Covid-19

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24/03/2020

MIRKO MASSA

Director Business Unit Insurance

L’EVOLUZIONE DEL SETTORE INSURANCE ALL’EPOCA DEL COVID-19

L’esperienza drammatica del Covid-19 divenuta Pandemia ha colto in contropiede molti settori industriali tra cui anche l’Insurance. Pian piano tutte le imprese hanno dovuto fare uno switch molto repentino da un modello di servizio prettamente on-site verso lo smart working, invitando i propri dipendenti e consulenti a lavorare da remoto.

Si è verificata nel corso delle prime due settimane una corsa alle “connessioni” fra vpn da allestire, infrastrutture da potenziare e desktop remoto da attivare…dimostrando come molte imprese non fossero sufficientemente attrezzate per fronteggiare il cosiddetto “pandemic scenario” a tempo zero. Aubay ha garantito la Business Continuity reagendo istantaneamente supportando i propri clienti a minimizzare gli impatti operativi ed infrastrutturali da “Covid-19”. Nondimeno, sono emersi anche i limiti di alcune offerte assicurative non sufficientemente flessibili per permettere la predisposizione di coperture ad-hoc con time-to-market rapidi e quindi efficaci.

Il settore Insurance dovrà quindi attrezzarsi per rispondere a nuovi bisogni tra cui uno dei più rilevanti sarà la dinamicità e modularità dei prodotti che possa permettere time-to-market rapido in caso di necessità. La tech-vision di Aubay suggerisce che il percorso che oggi passa per Business, Attuari e IT si fonderà in un nuovo modo di creare prodotti fatto di moduli “ready-to-use” da assemblare mediante semplici processi di drag-and-drop. Sarà poi il sistema a verificare da una parte la coerenza tecnica dell’assemblaggio e dall’altra l’efficacia del prodotto mediante business case predisposti sulla base di algoritmi di IA che nel tempo si raffinano e diventano sempre più efficaci.

Un altro impatto significativo da affrontare sarà quello di rendere efficace una rete agenti per lo più abituata a lavorare facendo leva sul contatto umano e che dovrà sempre più utilizzare strumenti di digital collaboration che possano accorciare le distanze con il cliente finale mantenendo, ad esempio tramite video-chat, un livello di engagement efficace. Anche per questa sfida, Aubay nella sua tech-vision immagina di poter fornire alla rete di agenti un’app di digital collaboration che permetta di ottenere una vista cliente a 360° con indicazione delle sue polizze, della sua contact history con la compagnia e mediante algoritmi di Intelligent Automation fornisca indicazione all’agente della next best action da proporre al cliente (oltre al classico rinnovo o aggiunta di garanzie). Inoltre sempre tramite digital app sarà possibile lo scambio di documentazione digitale corredata da firma e meccanismi di autenticazione basati sul riconoscimento facciale. Il tutto atto a rendere l’interazione tra agente e cliente finale fluida, rapida ed intuitiva. Aubay grazie all’esperienza pluriennale maturata in area Digital è pronta ad accompagnare le compagnie assicurative in un percorso necessario da compiere per creare un’esperienza cliente-centrica innovativa fondendo l’intelligenza artificiale con CRM e competenze sui dati consolidate.

Nell’era del Covid-19 Aubay è una realtà pronta a prendere per mano i propri clienti ed accompagnarli in un percorso di cambiamento necessario e dettato dal momento di emergenza, perché anche nel mondo Insurance sopravvivrà, come ci ha insegnato Darwin, chi riuscirà a modulare “la velocità e la direzione del cambiamento evolutivo in base alle caratteristiche momentanee dell’ambiente circostante” …

Desperate Smartworker

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19/03/2020

NADIA BRUNO

Professional Analyst Consultant

Desperate Smartworker… Ovvero non vedo l’ora di provare a fare smart working con la bimba all’asilo e il marito in ufficio!

Ciao a tutti!
Sono Nadia, ho 42 anni e lavoro a tempo pieno, sposata con Maurizio e mamma di Arianna, un piccolo angioletto biondo di 4 anni…vi scrivo alla mia quarta settimana di smartworking ai tempi del Coronavirus!

Questa è la mia prima esperienza di “lavoro agile” che per definizione è senza vincoli orari o spaziali ma che, calato in questo contesto decisamente particolare, mi ha portata a ridefinire concetti, limiti e regole.

Ho rivisto il concetto di spazio: il nostro piccolo studio di casa si è trasformato in un efficiente ufficio dove, accanto alla scrivania ufficiale occupata da Maury (anche lui in smartworking) hanno trovato posto un tavolo recuperato dalla cantina che è diventato la mia postazione di lavoro ed il tavolino di Arianna che spesso ci fa compagnia, durante queste lunghe giornate, con le sue prime prove di scrittura.

Ho pesantemente rivisto il mio concetto di concentrazione: facile in un ufficio attrezzato e silenzioso…decisamente più difficoltoso in casa con una cucciola di 4 anni reclusa da settimane che reclama la tua attenzione!
Le mie giornate sono caratterizzate dal perenne sottofondo musicale delle canzoncine Disney e proprio come l’eroina di un cartone animato ho imparato a destreggiarmi in situazioni estreme con grande efficienza (ad esempio una tazza piena di latte che si frantuma sul pavimento andando in mille pezzi nel bel mezzo di una call…).
E così mi sono scoperta capace di continuare a dare il massimo anche in situazioni di difficile e faticosa gestione ed estremamente grata per la possibilità di poter continuare a svolgere il mio lavoro in un momento tanto delicato e particolare.
L’infrastruttura tecnologica messa a disposizione dall’azienda mi consente di avere un’efficienza ed una resa lavorativa pari a quella del classico lavoro in sede…sicuramente lo sforzo necessario per ottenerle è tanto ma forse anche per questo motivo la soddisfazione alla fine di queste lunghe giornate lavorative è così grande.

Nonostante questo momento difficile il lavoro del nostro gruppo sta andando avanti e lo sta facendo ottimamente con grande sinergia tra di noi e questo a dimostrazione del fatto che siamo un gruppo affiatato e coordinato nel migliore dei modi da un leader attento e capace.

Concludo quindi con una valutazione personale estremamente positiva per l’opportunità che ci è stata offerta di continuare a dimostrare la nostra professionalità grazie allo strumento dello smartworking e con la speranza di poterne magari usufruire in un momento normale (asilo aperto e marito al lavoro :)) per coglierne i reali aspetti positivi.

Condivido con voi alcune foto che mostrano, tra le altre cose, anche lo stato simil post-bellico in cui versa la casa alla fine di una giornata lavorativa con bimba libera di agire!